Molti anni fa il filosofo Emil Cioran notò che l’assiduità del ridicolo costituiva una risorsa per il genere umano, che del ridicolo aveva bisogno per potere sopravvivere più di una generazione. Con profondo disagio, per lo più derivato dal triste spettacolo delle polemiche scatenate dall’ipotesi di allestire una mostra fotografica dedicata alla trasvolata oceanica del 1933, l’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara tiene a precisare che, nell’ambito della sua attività di promozione della ricerca scientifica, ha da tempo avviato un percorso di ricerca pluriennale sul ventennio fascista e, in esso, sul ruolo giocato da Italo Balbo. Tale percorso, impreziosito dal materiale donato dalla famiglia Balbo, è stato pensato in modo da essere riccamente articolato, privilegiando il moltiplicarsi delle occasioni di riflessione e l’uso di differenti strumenti di analisi.
Il punto di avvio di tale percorso è stata la realizzazione, nell’aprile 2019, di un primo seminario di ricerca, dal titolo Fondo Famiglia Balbo. Nuovi percorsi di ricerca (www.isco-ferrara.com/fondo-famiglia-balbo-nuovi-percorsi-di-ricerca); un secondo passaggio è costituito dalla prossima pubblicazione, a cura del professor Andrea Baravelli dell’Università degli studi di Ferrara, presso l’editore Mimesis, di un volume collettaneo dal titolo Il fascismo in persona. Italo Balbo. La storia e il mito (gennaio 2021). Passo ulteriore di questo percorso sarà la realizzazione di una mostra fotografica, a partire dal materiale depositato presso l’Istituto di Storia contemporanea, dedicata alla trasvolata del 1933, al suo impatto nell’opinione pubblica e al suo utilizzo quale strumento di propaganda da parte del regime fascista. Il programma messo a punto dall’Istituto, con la cura scientifica del professore Andrea Baravelli, si svilupperà quindi nel tempo, prendendo in esame diversi aspetti ed episodi della vita di Italo Balbo. Nella convinzione che lo studio della sua figura, senza alcuna indulgenza e cedimento all’agiografia, possa offrire un grande contributo allo studio del fascismo italiano. Una seconda questione appare da chiarire: nessuna collaborazione è stata avviata tra l’Istituto di Storia contemporanea di Ferrara e l’onorevole Vittorio Sgarbi, che ha annunciato un percorso espositivo che non ha a che vedere con la mostra progettata dall’Istituto Andrea Baravelli (docente di Storia Contemporanea dell’Università di Ferrara e responsabile scientifico del “Fondo Famiglia Balbo”)
Anna Quarzi (presidente Istituto di Storia Contemporanea)